Se c’è un genere musicale trascurato dalla critica e dagli studiosi italiani di musica questo è la techno. Credo che tutti coloro che denigrano questa musica non ne conoscano la vera natura e le origini. Le ragioni sono molteplici: svalutazione del ballo come pratica superficiale, dell’elettronica in quanto non-musica, della pratica del DJ che (apparentemente) creò la crisi della musica dal vivo nei locali, difficoltà a capire la fondamentale importanza della ripetizione, l’identificazione del genere con i prodotti più commerciali a scapito della grande parte sperimentale underground, le critiche sul fenomeno rave. Questo intrecciarsi di pregiudizi tra le altre conseguenze ha fatto sì che, a parte pochissimi spazi sui giornali e riviste, siano stati solo tre i libri pubblicati su questo genere e tutti in anni recenti (dal 2006 al 2011).
Io che ho sempre provato attrazione per questo genere, sono stato molto contento di ricevere dalla…
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